Tipologie Videogames: Platform

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cecevswade
view post Posted on 3/9/2009, 22:08     +1   -1




Prima di procedere all’approfondimento sul genere platform, è necessario dedicare spazio ad una breve premessa. I titoli di questa tipologia, di grande successo soprattutto nell’era dei videogiochi prettamente bidimensionali, cioè fino all’uscita di scena dei sedici bit, rischiano spesso di essere confusi ed influenzati da altri generi quali gli action game o gli sparatutto a scorrimento.
In questo speciale cercheremo di concentrarci maggiormente su quei titoli basati prevalentemente sull’abilità, sui salti da una piattaforma all’altra e sull’eliminazione dei nemici senza un utilizzo predominante di armi più o meno canoniche. Il confine tra i vari generi è inevitabilmente dubbio, ma è certo che Super Mario Bros., giusto per citare un esempio a caso, sia strutturalmente differente rispetto a Contra, a Castlevania o a Mega Man. Negli ultimi tre classici citati l’abilità platform è necessaria, ma altrettanto importante è la componente action basata su scontri all’ultimo sangue e sull’utilizzo di armi.
Il genere platform si suddivide a sua volta in due specie differenti: i platform bidimensionali e quelli tridimensionali. Le varianti sono molte, anche a causa di alcune recenti introduzioni legate ai nuovi sistemi di controllo Wii o PS3, e cominciarono ad apparire fin da quando quasi trenta anni fa, tra un esperimento e l’altro, i programmatori crearono un nuovo genere.

Tu mi fissi…
Senza perderci per il momento nell’inevitabile elenco di prodotti che hanno fatto storia, è importante capire come i giochi di piattaforme bidimensionali siano ulteriormente suddivisi in due categorie basate sulla schermata (fissa o in movimento). Fin dai primi anni Ottanta Nintendo, con Donkey Kong, e Activision con Pitfall interpretarono, in maniera personale, un’idea di base comune. Il gorilla di Nintendo, che venne lanciato nel 1981, vedeva un primordiale Mario, allora Jumpman, scalare piattaforme fino a raggiungere l’amata rapita dal perfido DK all’interno di un ambiente fisso. La meccanica era inconfondibile, forse mutuata dai contemporanei Game & Watch, ma al tempo stesso originale.
Da questa idea iniziale cominciarono a comparire seguiti più o meno noti. L’idea di partire da un punto A fino ed arrivare a un punto B vista in DK, era decisamente allettante, ma al tempo stesso limitata, soprattutto quando sopraggiunsero i platform a scorrimento. Per questo motivo da Mario Bros. in poi i titoli a schermo fisso si concentrarono più sull’eliminazione dei nemici che sul movimento. Il simbolo indiscusso della categoria è il fenomenale Bubble Bobble di Taito (1986). L’idea di liberarsi di tutti i nemici fino all’apparizione della stanza successiva era resa grandiosa anche dalla presenza dell’opzione a due giocatori, più difficile da implementare in un titolo a scorrimento.
Da qui in poi, il genere dei titoli a schermata fissa ha sempre cercato di riproporsi strizzando l’occhio, in più di una occasione, al classico Taito. Da non dimenticare sono Fairyland Story, Parasol Stars (Bubble Bobble 3) ed il simpatico Snow Bros.

…ed io mi muovo
Trascurando Pitfall!!, a cui vanno meriti più storici che di pura giocabilità, non si può che ritenere Super Mario Bros. il vero capostipite dei platform a scorrimento. L’impatto dell’idraulico Nintendo fu tale da spingere le società rivali di Nintendo ad associarsi a loro volta ad una sorta di personaggio simbolo. Se Bonk di Nec non è molto noto in occidente, lo stesso non si può dire di Wonder Boy e di Sonic di SEGA. Proprio il porcospino blu ebbe il merito di rivoluzionare ancora una volta il genere. Lo stile di gioco era certamente più veloce e a più ampio raggio rispetto al classico Nintendo. Una maggiore dose di esplorazione compensava, in un certo senso, una minor linearità. Questa tipologia di gioco, riproposta anche dal classico Bubsy di Accolade, è stata in un secondo momento messa un po’ in disparte con un ritorno ad un ritmo più riflessivo basati su salti millimetrici.
Il periodo d’oro del genere durò circa dieci anni a cavallo tra due generazioni videoludiche, otto e sedici bit, ed inflazionò il mercato. I prodotti di qualità furono davvero tanti a partire dai classici Disney, già trattati in uno speciale a parte, l’innovativo Yoshi’s Island, il colorato Ristar, la controversa serie di Donkey Kong Country, tutti gli altri titoli tratti dai soliti Mario e Sonic e molti altri. Ovviamente accanto a questi capolavori si affiancarono tonnellate di tie-in senza anima e di prodotti lanciati solo allo scopo di sfruttare il successo commerciale e l’ingenuità dei videogiocatori.
Per alcuni, comunque, il migliore esempio del genere resta Super Mario Bros 3, per altri Super Mario World. Ovviamente in questi casi si tratta sempre e solo di gusti personali, vista l’alta qualità e profondità di entrambi i capolavori.
Prima dell’avvento delle tre dimensioni un solo altro titolo stupì realmente il pubblico: Rayman (1995). La melanzana nata sullo sfortunato Atari Jaguar, e poi convertita su numerosi altri formati, riuscì in un certo senso a mixare caratteristiche di Mario e di Sonic in un tripudio di colori e di scenografie fantastiche.
Dopo oltre dieci anni, dedicati a prodotti validi per il mercato dei portatili come Wario Land, è stata di nuovo Nintendo a rinvigorire la storia dei platform in due dimensioni con il perfetto New Super Mario Bros. (2006) per Nintendo DS. Questo titolo di impatto mondiale ha fatto capire ai produttori come il pubblico non si sia mai realmente disinnamorato del genere. Il tempo trascorso ed il cambio generazionale dei videogiocatori hanno dato nuova linfa ai platform bidimensionali. Il Canale WiiWare e la Virtual Console hanno permesso di far riaffezionare il pubblico ad un genere troppo presto dimenticato. In questo contesto di rinascita vanno visti, l’apprezzato dalla critica LittleBigPlanet per PS3 ed il divertente Wario Land: The Shake Dimension per Wii.
Ora gli utenti di mezzo mondo attendono per Natale la versione per PSP dei piccoli Sackboy e specialmente New Super Mario Bros. Wii con la tanto sognata opzione multiplayer.

La nuova dimensione
L’eccessivo sfruttamento del genere platform nell’era sedici bit aveva saturato il mercato e stancato i giocatori. Per questa ragione era ormai necessario, intorno alla metà degli anni Novanta, offrire qualcosa di diverso. Anche in questo caso si susseguirono esperimenti. Il più interessante, ma sfortunato a livello di successo commerciale, fu l’imprevedibile Mario Clash (1995) per Virtual Boy; una interessante rivisitazione su più dimensioni del primo Mario Bros., rovinata dalle pessime vendite della console Nintendo.
Il vero passaggio alla terza dimensione si deve invece al grandioso Super Mario 64 (1996) per Nintendo64. La svolta fu epocale sia per l’incredibile naturalezza della trasformazione, sia per il superbo utilizzo del controllo analogico presto ripreso dalla concorrenza.
Un capolavoro di tale fattura è da molti considerato ancora oggi il miglior gioco di piattaforme tridimensionale mai prodotto. I cloni ed i prodotti di qualità si sono susseguiti numerosi, ma la magia di quel primo viaggio tridimensionale non si è mai realmente ripetuta.
Importanti sono senza dubbio Banjo-Kazooie, nato come clone di Mario e mutato prepotentemente nel recente episodio per X360. Vanno anche ricordati Donkey Kong 64, mastodontico e non propriamente ispirato, Spyro per PSOne ed il discreto Sonic Adventure per Sega Dreamcast.
A questi titoli si affiancarono ibridi a cavallo tra le due e le tre dimensioni come il celebre Crash Bandicoot, che rappresentò una vera killer application ai tempi di PSOne, Klonoa, recentemente rivisto su Wii e Kirby 64.
Il nuovo millennio ha segnato invece un declino del genere in tre dimensioni. Lo stesso Super Mario Sunshine per GameCube, non riuscì a bissare il successo del vecchio titolo per N64. Se si eccettuano l’incredibile Super Mario Galaxy e De Blob per Wii o Psychonauts per Xbox e PS2, non possiamo ricordare prodotti di grandissimo spessore.
Recentemente, grazie all’introduzione del telecomando Wii, sono stati ideati discreti platform, come ad esempio lo spesso sottovalutato Dewy’s Adventure, che richiedono abilità ed equilibrio oltre ad uno stile di gioco completamente nuovo.
Per fortuna il genere del platform 3D sta risalendo la china e l’atteso seguito di Mario Galaxy, previsto per il 2010, sta scaldando tutti coloro che hanno giustamente amato il primo episodio.

 
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