[Recensione] Infinite Undiscovery

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cecevswade
view post Posted on 5/9/2008, 16:49     +1   -1




[x360] Nei giochi di ruolo, solitamente, si fa la conoscenza di personaggi memorabili, si condividono con loro ore ed ore di divertimento in un mondo fantastico e ricco di sorprese. In molte occasioni si finisce per amare il cattivo della situazione, in altre si piange la scomparsa di un protagonista e così via. Tutto questo non succede con Infinite Undiscovery, nuova produzione SquareEnix, sviluppata dal team tri-Ace (gli stessi di Star Ocean per intenderci). Nessuno si aspettava grandi di cose da questo titolo ma allo stesso tempo la delusione per un buon progetto andato a male è comunque grande.

La luna incantenata
La trama di Infinite Undiscovery ha un gran pregio e un gran difetto. La buona nuova è l’originalità della storia: “L’Ordine”, un gruppo di persone con manie di grandezza, ha incatenato la Luna per attrarla alla Terra. Un solo uomo ha il potere di rompere queste catene, il suo nome è Sigmund e, inaspettatamente, non è il protagonista del gioco. Il ruolo dell’eroe è destinato a Capell, un musicista vagabondo un po’ fifone e con poca voglia di combattere. Quest’ultimo è la perfetta copia del già citato Sigmund; ovviamente il povero Capell sarà coinvolto con il gruppo dei rivoluzionari suscitando stupore tra i membri per la sua incredibile somiglianza con il loro amato capo.
Fino a qui tutto procede a vele spiegate, ma la tempesta sta per arrivare. Il lato “cattivo” della trama è racchiuso in una semplice parola “noiosa”. Lineare e con pochi risvolti, la storia di Infinite Undiscovery non è quello che ci si aspettava. Buona per i fan accaniti del genere fantasy ma priva di mordente per tutti gli altri.
Cosa ha portato ad un così palese fallimento? Probabilmente la presenza di ben 18 personaggi utilizzabili spalmati su 20 ore scarse di storia. Avere un party così grande e breve tempo per conoscerli non fa che rendere la loro caratterizzazione pressoché nulla. Soprattutto gli ultimi arrivati saranno dei perfetti sconosciuti. Un gruppo di 6-7 persone sarebbe stato più che sufficiente.
Il protagonista riesce in qualche modo a salvarsi dal disastro generale restando coerente con sé stesso anche dopo la sua maturazione da musicista qualunque a salvatore del mondo. Purtroppo lo stesso trattamento non è stato possibile con il resto del party e, contando la longevità del titolo, non ce ne sarebbe stato nemmeno il tempo.
In sostanza la storia non riesce mai a decollare, né tanto meno a raggiungere gli standard qualitativi delle migliori produzioni SquareEnix.

Combattimento in “unreal time”
Avendo discusso abbastanza della trama passiamo a illustrarvi com’è strutturato il sistema di combattimento di Infinite Undiscovery.
Nel titolo tri-Ace si combatte in “real time” controllando esclusivamente Capell per tutto il gioco. Nonostante il genere possa offrire molto di più, si utilizzano solo due pulsanti per gli attacchi: A per quelli leggeri e B per quelli pesanti. Concatenando i tasti si ottengono delle combo ma in definitiva il sistema rimane molto semplice ed immediato. Il resto del party è gestito interamente dalla I.A del gioco; l’unica cosa che potete settare è il parametro con cui usare abilità e magie. Il pregio più grande di Infinite Undiscovery è proprio l’ottima gestione degli NPC. Talmente buona che non vi farà venir voglia di controllare gli altri in prima persona: soprattutto durante i combattimenti, capirete di essere supportati egregiamente.
In un certo senso potrete comunque utilizzare anche i restanti membri del gruppo tramite “connessione”. Praticamente avrete la possibilità scegliere tra due abilità pre-assegnate di un determinato compagno. Ad esempio, Aya è in grado di utilizzare l’arco per colpire a distanza. Tramite lei sarà un gioco da ragazzi risolvere certi puzzle o raccogliere dei frutti su un ramo di un albero. L’idea è davvero ottima anche se ha dei margini di miglioramento. Il suo limite è il tempo richiesto tra richiamare la schermata, selezionare il compagno, l’abilità e infine usarlo per quello che serve. Essendo un GDR con combattimenti in “real time” durante questo lasso di tempo i nemici non staranno fermi a guardarvi ma vi attaccheranno con tutta la loro forza.
Stesso discorso va fatto per quando dovrete curarvi le ferite. Premendo il tasto Y il gioco sceglie in maniera del tutto autonoma quale personaggio vi curerà e se userà un oggetto o la magia per farlo. Questa scelta è davvero azzeccata per un contesto frenetico ma anche qui non mancano i problemi. Nel caso i vostri commilitoni siano stesi a terra privi di sensi dovrete curarvi da soli. Come per le abilità anche qui dovrete: richiamare il menù, selezionare “oggetti”, cercare quello che vi serve e aspettare che l’animazione della guarigione termini. Nella maggior parte dei casi, soprattutto contro i boss, il processo è troppo lungo per portarlo a termine, perciò, preparatevi a morire.
Affinché possiate subire meno danni possibili potrete parare il colpo nemico e, con il giusto tempismo, questa manovra può stordire l’avversario lasciandolo senza difesa alcuna. Nonostante sia un’ottima integrazione, userete pochissimo questa funzione prediligendo l’attacco nudo e crudo.

Un design poco convincente...
Altro punto debole di Infinite Undiscovery è la povertà di fantasia nelle ambientazioni sia esterne che interne. A parte qualche scorcio davvero notevole (i luoghi dove romperete le catene sono bellissimi), la qualità generale è nella media con qualche picco verso il basso. Questo comprende sia piccoli villaggi sia le grandi città. Si ha la sensazione di visitare luoghi senza anima, vuoti, messi li solo per permettervi il proseguimento della storia.
Nonostante il design sia discutibile potrete comunque apprezzare il lavoro svolto dai programmatori per rendere le città più grandi credibili, riempiendole di gente con cui parlare e, in alcuni casi, ottenere indizi o incarichi secondari alla storia. Inoltre non vi basterà individuare l’NPC che cerca aiuto, dovrete anche avere nel party il compagno giusto affinché possiate accettare il lavoro.
Square Enix è famosa per i suoi bellissimi filmati in CG, un vero e proprio marchio di fabbrica. Purtroppo non ne troverete in Infinite Undiscovery se non per brevi istanti.
Nota di elogio per il comparto sonoro. Non sarà un’opera del maestro Uematsu ma, a discapito di tutto, il resto svolge il suo lavoro ottimamente.
Purtroppo non possiamo menzionare un pregio senza evidenziare l’ennesimo difetto: il doppiaggio. Molti dei personaggi principali hanno voci davvero anonime e prive di personalità; in più, in molte occasioni, vi accorgerete che il lip-synch è totalmente sballato o, peggio ancora, le labbra del PG sono serrate quando invece sta parlando.

Ultime considerazioni...
Arriviamo dunque alla fine di questa recensione analizzando l’abilità di Capell e il problema di avere 18 personaggi giocabili.
Il primo caso riguarda la capacità del protagonista di suonare il flauto. Tramite esso può scovare tesori nascosti e altre piccole cose di infima irrilevanza. Il problema è che lo strumento di Capell è utilizzato in pochissime occasioni e perdere tempo ad imparare tutte le melodie per ottenere solo qualche oggetto extra non è davvero un granché.
Qual è il problema nel gestire 18 personaggi giocabili? Abbiamo già parlato di come ne risentano la storia e la caratterizzazione degli stessi, ma non si è pensato alla parte “logistica” di questa situazione.
Capell può avere a disposizione un party di 4 persone (incluso se stesso) e, a volte, potrete formare altri due team secondari composti da ulteriori 4 personaggi. E’ molto probabile che incrocerete la vostra strada con un altro gruppo durante la vostra esplorazione ma non dovete preoccuparvi poiché la I.A li gestisce completamente fino al compimento del loro obiettivo. Qualcuno di voi avrà già capito dov’è il problema. In sostanza dovrete continuamente aggiornare gli equipaggiamenti di tutti i personaggi che avete perché non saprete mai quali saranno i vostri compagni prima d’iniziare una nuova missione. Oltre ad essere un’operazione noiosa e laboriosa vi porterà via tutto il denaro accumulato e, molte volte, non ne avrete abbastanza.
 
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