[Recensione] Fallout: Brotherhood of steel

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view post Posted on 12/10/2008, 16:48     +1   -1




Fallout: Brotherhood of steel

Guerre guerre ed ancora guerre: solo di questo si sente parlare ultimamente.
Nell’ultimo secolo soprattutto, la razza umana sembra essersi incattivita; i conflitti scoppiati e disastri annessi non si contano più sulle dita delle mani, mentre il numero di vittime non lo si conta proprio...
Più volte prevista e talvolta auspicata, una fantomatica Terza Guerra Mondiale è spesso sulla bocca dei media, che non perdono occasione per rimarcare accadimenti tragici avvenuti, alimentando ulteriormente il dolore di coloro che la guerra l’hanno davvero vissuta.
Un’eventuale Terza Guerra Mondiale, oramai, non credo sarebbe combattuta da plotoni di soldati armati con mitra e fucili... no, non penso affatto. Credo sarebbe un qualcosa di più sofisticato, di più sottile, ma tremendamente diabolico.
Con le tecnologie attuali e le risorse sinora sviluppate è uno scherzo cancellare completamente interi km quadrati con la semplice pressione di un pulsante.
I ritrovati bellici si evolvono ormai periodicamente, e nuovi sistemi militari vengono concepiti ed approntati col solo fine di fornire potenze di fuoco ogni volta maggiori.
Ipotizzate che tali moli di fuoco vengano a contatto tra loro e che le nazioni non si facciano scrupoli ad usare con essi anche mezzi chimici quali scorie, virus e quant’altro intacchi gli organismi viventi; immaginate quindi il the day after di una simile situazione come si presenterebbe...
Un pianeta sconvolto da cataclismi ed esplosioni, traviato e corrotto in seguito ad olocausti continui e guerre nucleari, un pianeta nel quale l’unica regola è: “non ci sono regole”.

Una Terra sconvolta
Avete mai letto il manga di Buronson e Tetsuo Hara Hokuto No Ken (Ken il guerriero in italia) ?
Se la risposta è affermativa, avrete sicuramente presente il clima che si respirava all’interno di quelle pagine cartacee che racchiudevano al loro interno sensazioni quali violenza, carestia, disperazione ed in generale esasperazione dell’istinto umano di sopravvivenza.
Tutto ciò è riscontrabile anche in Fallout, poichè lo scenario principale nel quale ci troveremo immersi è assai simile.
La civiltà è giunta ormai alle soglie della seconda metà del 21° secolo, trascinandosi addietro postumi di guerre nucleari che rasero al suolo intere nazioni e decimarono la popolazione.
La razza umana rischiò seriamente l’estinzione, e se questa non si verificò è in gran parte merito dei Vaults, bunker sotterranei collegati tra loro come una sorta di città; progettati dagli Stati Uniti, essi vennero costruiti in previsione della guerra verificatasi effettivamente in seguito con lo scopo di trarre in salvo il maggior numero possibile di persone. Non tutti i cittadini riuscirono però a raggiungere in tempo le strutture, e la maggior parte di loro perì senza possibilità di scampo.
All’interno dei Vaults vennero trasferiti interi complessi di ricerca, con l’intento di salvaguardare gli studi fino ad allora condotti nel campo della bioingegneria e della genetica.
Dentro questi laboratori sotterranei nacque il Forced Evolution Virus (F.E.V.), un composto chimico che opportunamente somministrato permetteva al soggetto sottoposto a tale trattamento di rafforzare le difese immunitarie e intensificare a dismisura le capacità d’adattamento.
Durante la guerra, un’esplosione danneggiò drasticamente alcune strutture mediche, dalle quali fuoriuscì in maniera incontrollata il F.E.V. , che rapidamente si diffuse e causò mutazioni profonde in alcune specie di esseri viventi.
Nacquero così razze differenti di mutanti, le quali non persero occasione per dimostrare quanto nociva fosse la loro presenza, animati solo da malefici istinti.
A loro vi si oppose una fazione di coraggiosi denominata “Fratellanza d’acciaio” (Brotherhood of steel), con lo scopo di mantenere l’ordine e preservare le conoscenze tecnologiche sinora ampliate, cercando anzi di migliorarle ulteriormente, alla ricerca di un benessere maggiore per tutti i superstiti della superfice costretti ad abitare in piccoli agglomerati indipendenti l’uno dall’altro con mille problemi ciascuno di sopravvivenza, sia per le condizioni avverse in cui versa (perdonate il gioco di parole orripilante) il pianeta, sia per la presenza di mutanti e predoni; i quali, indifferenti alle pene e alle sofferenze della gente, razziano di continuo i villaggi in cerca delle poche ricchezze rimaste, confuse o seppellite nella quasi totalità di macerie e immondizia che si spandono a vista d’occhio.

Baldur’s Gate Dark Alliance: Olocausto expansion pack
Vi garba il titolo? E’ un modo come un altro per farvi capire quanto questo gioco sia simile al primo capitolo uscito su Playstation 2 della celebre serie Interplay, che "casualmente" è produttrice anche di questo titolo.
Come già successo altre volte, il porting su console di un titolo pc è stato revisionato sin dalle radici.
Conosciuto sinora come uno strategico, questa conversione di Fallout su console si presenta invece come un action/adventure in terza persona, proprio quanto è già successo alla rivisitazione videoludica del celebre universo di D&D.
Le affinità tra i due giochi sono evidenti già al primo impatto per tutti coloro che abbiano avuto il piacere di gustarsi Baldur’s Gate: Dark Alliance, come per l’appunto il sottoscritto; rimasto, ad onor del vero, un po’ spiazzato dalla troppa familiarità con la quale mi sono addentrato nei capitoli e nei livelli di questo Fallout, simile a BG al punto da poter quasi esser considerato uno spin-off, semplicemente ambientato in differenti locations.
Cyrus (solito omaccione grande e grosso fisicamente impressionante ma estremamente lento), Nadia (formosa fanciulla che unisce un’agilità non indifferente ad una discreta potenzialità offensiva) e Cain (ghoul umanoide con capacità fisiche fuori dal comune) sono i 3 protagonisti dell’avventura principale, la quale purtroppo non differisce in nulla cambiando protagonista. Si visiteranno esattamente gli stessi luoghi e si combatteranno gli stessi boss. Peccato, perchè avere a disposizione 3 avventure diverse sarebbe stato molto gradito ed avrebbe incrementato notevolmente la longevità, che si attesta all’incirca sulle 10-12 ore di gioco, come ormai di norma per i titoli di questo genere.
Il gameplay è tipico degli action 3d in terza persona, con la solita presenza di telecamera “a volo d’uccello” non customizzabile in quanto a zoom ma liberamente ruotabile a 360°.
Lo schema di gioco è alquanto lineare, in quanto saremo messi di fronte a miriadi di risse scatenate, nelle quali mostrare ai cattivoni di turno quanto male possano fare le nostre armi.
A tal proposito, Interplay ha progettato per noi un arsenale di assoluto rispetto, comprensivo di armi da mischia (martelli, spade, lance, guanti infuocati, mazze da baseball e quant’altro), da distanza (pistole, fucili, mitra, raggi laser, ecc.) e da lancio (granate, molotov, bombe, ecc.), oltre ad alcuni esplosivi come il sempre utile C4. Un ben di Dio (in senso metaforico) che asseconderà qualsiasi nostra smania di distruzione. E' stata inoltre implementata una comoda funzione di lock-on relativa alle armi da fuoco, la quale permette di muoversi in circolo mantenendo la mira su di un singolo obiettivo.
Ovviamente cosa non può mancare in BG (e di conseguenza in Fallout)? Le armature, obviously. Scordatevi però “cotte di maglia”, “lamine in mithryl” e cose simili, questa volta avremo a che fare con tute ignifughe, protezioni in acciaio borchiato, rivestimenti energetici, caschi, stivali, guanti ed altri gingilli che ottimamente si intonano con l’atmosfera generale.
Completano il quadro dell’inventario le solite ampolle, guaritrici e non, stavolta sotto forma di farmaci officinali denominati “stimpak”.
Qualsiasi tipo di equipaggiamento è acquistabile tramite gli immancabili viandanti, che a prezzi più o meno convenienti saranno lieti di donarci tutto ciò possa servirci, tramite adeguato compenso sotto forma di “caps” (tappi di bottiglie che hanno la funzione di pepite d’oro e vengono utilizzate come moneta di scambio).
La componente gdr è evidente nella gestione del personaggio, che guadagnerà punti esperienza col procedere dei livelli, in proporzione al numero di nemici combattuti (e sconfitti logicamente). Al passare di livello verrano concessi al player diversi “punti” atti a improvare le sue abilità, quali ad esempio migliorare la fortuna (con più probabilità di reperire tesori d’alto valore all’interno delle casse), incrementare il coefficente dell’armatura (con ovvi benefici, patire meno i colpi avversari), aumentare i punti ferita, elevare le probabilità di infierire colpi critici, ed altro ancora.
Gli scenari di gioco non si distinguono certo per originalità, spaziando da villaggi semidistrutti a basi di ricerca; ogni stage principale è suddiviso in diversi settori (es.: villaggio zona est, villaggio zona ovest, ecc.) al completamento dei quali solitamente ci attende il canonico scontro col boss di turno.
Merita una menzione la modalità a 2 giocatori, davvero divertente; è uno spettacolo cacciarsi in mezzo a mischioni 2 contro 10 colpendo di tutto senza nemmeno guardare cosa ci si para davanti!
Ultima nota del paragrafo riguarda la lingua: totalmente in inglese.
Almeno una traduzione dei dialoghi non avrebbe fatto schifo, anche se in tal senso vi sarebbe probabilmente stata presente la mano della censura, poichè il linguaggio usato in Fallout è prettamente scurrile e volgare.

Come vi trasformo Dark Alliance nel 2004
Il motore grafico utilizzato per Fallout, è (tanto per cambiare) preso paro paro da Baldur’s Gate Dark Alliance, con qualche leggera miglioria apportata. Ottimo nel 2002, discreto nel 2004; questo il pensiero che si fa osservando la qualità video di questo titolo.
Ad una prima occhiata, Fallout non sfigura troppo rispetto a giochi tecnologicamente più avanzati, risultando anzi di gradevole effetto, perlopiù grazie ai pregevoli effetti di luce (precalcolati) ed alle superfici translucide dotate di riflessi molto graziosi a vedersi.
Osservando però più da vicino il comparto tecnico si noteranno difetti quali un leggero pop-up nell’apparizione di nemici, textures scialbe e scarsamente definite, nonchè personaggi forse un po’ piccoli, anche se per ovviare a quest’ultimo inconveniente è solo necessaria un po’ di pratica per abituarsi alla visuale.
Altro punto non proprio eccezionale sono le animazioni: talvolta innaturali, talvolta scomposte; in generale non riescono mai a dare un senso assoluto di precisione. Al contrario, a volte si sente la mancanza di qualche frame per collegarle in maniera più armoniosa.
Sono purtroppo presenti anche alcuni leggeri rallentamenti in alcune sezioni di gioco particolarmente concitate, anche se è questione assolutamente di attimi e non è nulla di fastidioso.
Buoni i filmati, realizzati (presentazione a parte) in stile anni '50 con la grafica in-game, dotati di una vena di sarcasmo particolare, un po’ macabra, che stuzzicherà l’interesse del giocatore.
Sul versante audio nulla di particolare da segnalare, tutto assolutamente nella norma.
Effetti sonori discretamente vari ma alla lunga assai ripetitivi e musiche di sottofondo che nonostante siano realizzate da gruppi di indubbio valore (un nome su tutti: Slipknot) non convincono appieno (sarà forse dovuto al fatto che non è esattamente il genere musicale che preferisco? Mah...).

Commento finale
In definitiva Fallout: Brotherhood of Steel è un gioco che farà felici gli appassionati (come me) di Baldur's Gate che ritroveranno lo stesso appeal ed un feeling estremamente simile al sopra citato titolo.
Graficamente non è lo stato dell'arte, ed evidenzia anzi qualche incertezza, dovuta al motore grafico non di ultima generazione. il comparto audio personalmente l'ho trovato discreto e nulla più, se al contrario mio amate invece il punk-metal e tutti i generi da esso derivanti aggiungete tranquilli un punto in questo settore.
Consigliato a tutti coloro in cerca di una buona avventura dove affettare nemici senza sforzare i neuroni ;-D

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