Speciale Zelda

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darinho93
view post Posted on 3/1/2009, 16:19     +1   -1




Un regno al di fuori dello spazio e del tempo, una principessa rapita, un giovane eroe costretto a crescere troppo in fretta ed un cattivo a tutto campo. Lo spunto narrativo del La leggenda di Zelda non dista poi molto da quelle favole comuni nella tradizione popolare di diversi paesi. Favole che amiamo ascoltare e riascoltare nella loro forma originale e che ci vengono continuamente riproposte, spesso rilette in chiave più moderna, al cinema. Allo stesso modo le avventure del Link di turno nel regno di Hyrule si ripetono su console diverse riproponendo un canovaccio che nella maggior parte dei casi rimane immutato. Shigeru Miyamoto, il padre di alcuni tra i più noti mondi videoludici, si è ispirato ad un’esperienza personale vissuta da bambino. La scoperta di una caverna all’interno di un bosco e l’esplorazione di essa con in mano un legnetto, che fungeva da spada, ed una lampada. La ricerca, la scoperta ed il mistero erano alla base dell’episodio di esordio della “Leggenda”. Il contorno era atmosfera e magia, ma la sostanza era tutta lì.
In questo speciale ripercorreremo la storia di Zelda attraverso i molti successi ed i rari passi falsi che ruotano intorno a Link ed alle sue avventure.

Dal NES al Super NES
Cominciamo ad entrare nel vivo della storia analizzando i sette titoli della saga ufficiale pubblicati sulle console da salotto Nintendo. La struttura di base di tutti i capitoli è la stessa. Link comincia l’avventura con una manciata di oggetti, quasi sempre una spada, ed esplora uno dopo l’altro i vari dungeon, spesso ispirati agli elementi. La meccanica di esplorazione offre di volta in volta una manciata di novità inserite in un contesto più raffinato. Ci sono la bussola e la mappa, la Triforza, le armi secondarie, i segreti nascosti e poi l’inconfondibile colonna sonora firmata Kōji Kondō.
È il febbraio del 1986 ed in Giappone viene lanciato The Legend of Zelda su Famicom, il nostro NES. Il titolo rappresenta una sorta di rivoluzione per l’epoca. Una visuale dall’alto accompagna l’abbozzato Link a 8-bit in un’avventura fantasy zeppa di segreti. In questo primo capitolo, uno dei più complessi da portare a termine, c’è un abbozzo di quello che farà grande la saga. L’aspetto più interessante è legato ad una mappa di gioco immensa per l’epoca. Si ha la sensazione di viaggiare per un mondo credibile che alla fine dell’avventura non nasconderà più segreti. Il capitolo successivo Zelda II: the Adventure of Link, corre l’anno 1987, è considerato da molti il meno ispirato della serie. Questo episodio è un RPG di stampo classico con fasi di esplorazione e dialogo intervallate da sezioni action all’interno dei dungeon e nei combattimenti. Un buon prodotto che ha nella varietà il principale punto di forza e che è ricordato dai fan per essere l’unico capitolo della serie nel quale Link pronunci una frase (una sola!).
Zelda: a Link to the Past pubblicato nel 1991 per Super NES mette invece d’accordo tutti. Questo terzo episodio prende spunto dal primo, ma l’esperienza è assai più profonda. Impegnativo e mai banale. Tecnicamente il tutto è esaltato dall'utilizzo di tinte pastello, un vero e proprio esempio per i game designers.

Link e le tre dimensioni
La leggenda di Zelda aveva convinto tutto con il terzo episodio, ma la serie aveva bisogno di dettare ancora una volta le regole del mercato. Il Nintendo 64 nel 1998 ospita quello che a detta di molti è il videogioco di sempre: Ocarina of Time. Con incredibile naturalezza Link viene catapultato in un mondo tridimensionale che grazie a questo passaggio diventa ancora più vivo. Ai giocatori vengono svelate la fatina Navi e la dolce Epona, nostra fedele compagna di avventura. La trama si dipana in due diverse epoche e finalmente sia Zelda che Ganon, il cattivo di sempre, assumono contorni più definiti.
La magia prosegue, ma lascia per un paio di episodi discreto spazio alla sperimentazione. Nel 2000 con un Nintendo 64 in caduta libera Eiji Aonuma dirige uno degli episodi più controversi ed amati di sempre: Majora’s Mask. Un’avventura cupa e ripetitiva nella meccanica di gioco impone ad uno sperduto Link di salvare il mondo di Termina. Alla fine della vicenda si conoscono alla perfezione tutti i personaggi, le loro mosse ed i loro segreti. Link muta più forme durante il gioco e deve combattere nei pochi dungeon presenti anche contro il tempo che scorre e che dopo tre giorni riporta tutto dall’inizio. Un titolo davvero originale che si basa sulla solida struttura tecnica di OOT e che di fatto è diventato un prodotto di nicchia apprezzato specialmente da chi ama le esperienze di gioco impegnative. Per giocare è necessaria l’espansione di memoria, per cui se non possedete un Nintendo 64 e lo cercate fate attenzione prima di acquistarlo.
Ancora innovazione da Nintendo, che forse non pensava di poter ripetere i due capolavori precedenti, giunge con The Wind Waker nel 2002 su GameCube. Il gioco, prontamente ribattezzato Cel-da dai più scettici, è caratterizzato da una coloratissima grafica in cell shading. La Grande N gioca con i ricordi del pubblico sostituendo le ampie praterie di Hyrule con un vasto mare da esplorare e confondendo la narrazione con piccoli flashback. L’impatto da cartone animato cela un titolo ancora una volta assai profondo che non dovrebbe mancare nella collezione di nessuno. WW, pur non raggiungendo le vendite di Ocarina of Time, riceve comunque un’ottima accoglienza dalla stampa specializzata ed anche dal pubblico.
La storia ci insegna di come la serie di Zelda sia in grado di evolvere e di ritornare se necessario. Nel 2006 per Wii e GameCube viene pubblicato il mastodontico Twilight Princess, una nuova avventura ispirata direttamente al vecchio Ocarina of Time e richiesta a gran voce dai fan storici. C’è tutto quello che era stato chiesto a Nintendo ed anche molto di più, ma non tutti sono soddisfatti del risultato finale non originalissimo. Per TP però si parla di storia recente e probabilmente capiremo fra qualche anno il reale valore di questo ottimo episodio a cui forse manca quel pizzico di “magia” di altri capitoli precedenti.

Le avventure portatili
Non potevamo tralasciare trasposizioni portatili delle avventure di Link. Le analizzeremo ora evitando la pressoché identica conversione di Link to the Past per GBA ed l’omaggio Nintendo ai GameWatch.
Il primo è Link’s Awakening per Game Boy, rinnovato più tardi in una versione DX, pubblicato nel 1993. Questa splendida avventura, della quale molti fan attendono un remake, segue sia a livello tecnico che narrativo l’episodio per Super NES. Più originale è invece la nascita di Oracle of Ages e Oracle of Seasons pubblicati per GBC nel 2001. i titoli, che originariamente dovevano essere tre, sono stati creati in collaborazione con Capcom. La meccanica generale è ispirata a Link to the Past e, al di là dei molti segreti, non possiamo che apprezzare l’avvincente struttura generale che si completa a livello narrativo soltanto giocando entrambi gli episodi.
Il Game Boy Advance ospita invece nel 2004 The Minish Cap. Uno stile di gioco privo di grandi spunti accompagna un’avventura graziosamente animata, ottimo anche l’uso dei colori, ingiustamente sottovalutata e piuttosto originale.
L’ultimo episodio che ricordiamo è il recente Phantom Hourglass per DS del 2007. L’avventura ambientata in un mondo parallelo a quello apprezzato in Wind Waker è una delle più originali a livello strutturale grazie anche ad un sapiente utilizzo del pennino ed al poderoso dungeon finale svelato fin dall’inizio del gioco. Alcune sezioni peccano in ritmo, ma non possiamo che essere soddisfatti del risultato finale.
In generale questi cinque capitoli portatili, a parte l’ultimo, non offrono grandissimi spunti di originalità, ma puntano su altri fattori. La visuale a volo d’uccello è quella tipica dei primi episodi della serie ma ciò non deve ingannare. Dungeon troppo complessi potrebbero stancare chi predilige le partite mordi e fuggi ed affaticare troppo la vista dei giocatori. Le avventure sono costruite in modo da sposarsi alla perfezione con lo stile di gioco di una console portatile ed in questa ottica vanno giudicate assai positivamente.

I quattro amici e i tre scheletri nascosti
La saga di Zelda per fortuna ha raramente rischiato di uscire dai canoni classici serie. Difficilmente vedremo uno Zelda Kart o un Link’s Power Tennis, ma un tentativo c’è stato comunque: Zelda: Four Swords Adventures. Questo titolo, abbozzato nella versione GBA di A Link to The Past e rinovato nel 2004 su GameCube è una sorta di esperimento legato al multiplayer. La saga classica, che è ottima se giocata con un amico in veste di suggeritore, non ha mai lasciato spazio ad una reale modalità a più giocatori e Nintendo ha pensato di rimediare. L’esperimento è senza dubbio efficace, ma al tempo stesso poco pratico, visto l’obbligo di avere a disposizione almeno tre Game Boy Advance ed altrettanti cavi di collegamento. Un buona prova che forse meriterebbe una più pratica riproposizione in futuro.
Il vero tallone d’Achille della serie ha però un nome: Philips CD-i. Per ignote ragioni commerciali Nintendo a inizio anni novanta ha venduto a Philips i marchi di Zelda e Mario per lo sviluppo di titoli sul discutibile CD-i. The Faces of Evil e The Wand of Gamelon pubblicati nel 1993 e Zelda's Adventure nel 1994 rappresentano una vera e propria offesa a Link e compagni. Due maldestri action game ed una sorta di RPG che per nostra fortuna quasi tutti hanno dimenticato e che non intaccano una saga così ricca di perle videoludiche.
Concludiamo lo speciale con l’elenco dei titoli pubblicati, così chi ne ha perso qualcuno potrà immediatamente rimediare o almeno ripercorrere la magia.

I titoli pubblicati
The Legend of Zelda (FDS: 1986, NES: 1987, FC: 1994, GCN: 2002 (AC), 2003 (CE), GBA: 2004, VC: 2006)
Zelda II: The Adventure of Link (FDS: 1987, NES: 1988, GCN: 2003 (CE), GBA: 2004, VC: 2007)
Zelda (Game & Watch multiscreen: 1989)
The Legend of Zelda: A Link to the Past (SFC: 1991, SNES: 1992, BS: 1997, GBA: 2002, VC: 2006)
The Legend of Zelda: Link's Awakening/DX (GB: 1993, GBC: 1998 (DX))
Link: The Faces of Evil (CD-i: 1993)
Zelda: The Wand of Gamelon (CD-i: 1993)
Zelda's Adventure (CD-i: 1994)
The Legend of Zelda: Ocarina of Time/Master Quest (N64: 1998, GCN: 2002 (MQ), 2003 (CE), iQue: 2003, VC: 2007)
The Legend of Zelda: Majora's Mask (N64: 2000, GCN: 2003 (CE))
The Legend of Zelda: Oracle of Ages (GBC: 2001)
The Legend of Zelda: Oracle of Seasons (GBC: 2001)
The Legend of Zelda: A Link to the Past e The Legend of Zelda: Four Swords (GBA: 2002)
The Legend of Zelda: The Wind Waker (GCN: 2002)
The Legend of Zelda: Four Swords Adventures (GCN: 2004)
The Legend of Zelda: The Minish Cap (GBA: 2004)
The Legend of Zelda: Twilight Princess (Wii: 2006, GCN: 2006)
The Legend of Zelda: Phantom Hourglass (DS: 2007)


Fonte:
Spaziogame
 
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